Copertina articolo Alimentazione corretta e attività fisica: alleati della salute e della prevenzione oncologica

Prima di parlare di alimentazione è importante sottolineare quanto sia importante l’attività fisica nella vita di una persona, come forma di prevenzione, durante la malattia oncologica e dopo.

Le attività motorie dovrebbero far parte costantemente delle abitudini quotidiane e dovrebbero essere fatte con un certo impegno e obiettivo, magari in modo studiato e personalizzato a seconda delle problematiche individuali.

Se da un lato l’attività fisica nel soggetto sano è in grado di favorire la distruzione delle cellule che iniziano a presentare delle alterazioni, dall’altro, nella persona malata e sottoposta a terapia medica, aiuta a stimolare il sistema immunitario e a migliorare le condizioni psico-fisiche del paziente.

Da quest’ultima analisi, inoltre, non meno importante è l’atteggiamento mentale positivo. Imparare a ridurre lo stress favorendo un migliore approccio alla vita è un obiettivo, che certamente fa guadagnare in salute, per il quale lo sport ancora una volta si dimostra un grande alleato.

Parlando invece di alimentazione analizziamo alcuni alimenti considerati dannosi per la salute e altri, invece, benefici.

Partendo dal fatto che la dieta migliore per eccellenza è quella mediterranea, in cui c’è un apporto equilibrato tra carboidrati, proteine, frutta e verdura, va detto che la carne non va demonizzata a priori ma vanno fatte delle precisazioni:

  • Le carni lavorate (ultraprocessate) sono nemiche della salute e vanno sempre evitate.
  • La carne rossa è consigliata una o massimo due volte la settimana, ma deve essere di qualità.
  • La carne bianca non mostra particolari controindicazioni, tuttavia la provenienza è fondamentale.
  • Per tutte le carni: vanno predilette quelle provenienti dagli allevamenti biologici, dove la qualità del nutrimento degli animali stessi e il loro movimento fisico sono elementi essenziali.
  • Il prosciutto crudo, quello cotto e la bresaola sono alimenti che non vanno abusati ma vanno scelti soprattutto in base alla qualità privilegiando le eccellenze italiane maggiormente controllate.

I carboidrati e i cerali (meglio se integrali) non devono mancare nella nostra tavola e devono costituire circa il 60% dell’alimentazione quotidiana. Inoltre, è bene integrare nella dieta pesce, uova e formaggio.

Gli alleati, invece, della nostra salute sono la frutta e la verdura perché proteggono dalle neoplasie, prevengono le malattie cardiovascolari, rinforzano il sistema immunitario, regolarizzano il colesterolo.

Entrambe devono essere inserite come alimenti quotidiani nella nostra dieta, a completamento di carboidrati e proteine e consumate più volte al giorno: sono consigliate 5 porzioni al giorno, di cui tre porzioni di frutta (una porzione corrisponde ad un frutto medio) e due porzioni di verdura ai pasti principali.

Non esistono controindicazioni per il consumo di frutta, salvo raccomandazione, per le persone che soffrono di diabete, le quali non devono eccedere nella quantità.

E non dimentichiamo che il modo migliore per assumere le vitamine è attraverso il consumo degli alimenti che le contengono!

Il ruolo del nutrizionista nel percorso terapeutico

Secondo l’attuale accordo Stato-Regioni, il nutrizionista deve seguire il malato oncologico già al momento della prima diagnosi, cioè fin dall’inizio del percorso terapeutico. Una delle problematiche da affrontare, infatti, è la drastica perdita di peso conseguente alle prime terapie, che può compromettere il proseguimento delle cure.

La perdita di peso è dovuta principalmente alla mancanza di appetito, all’alterazione del gusto e alle disfagie (difficoltà di deglutizione), tutti effetti causati dalle chemioterapie e dalle radioterapie e che innescano la malnutrizione. Se da un lato per queste ragioni il paziente mangia meno, dall’altro le richieste energetiche del suo corpo aumentano a causa del dispendio delle cellule neoplastiche che sequestrano i nutrienti deprivando il fisico; le mucose intestinali vengono intaccate e faticano ad assorbire gli alimenti ed è quindi fondamentale un approccio nutrizionale valido per contrastare questi effetti collaterali.

Ma vediamo in modo dettagliato quali sono le conseguenze della malnutrizione su tutti gli organi e gli apparati:

  • Il sistema immunitario diminuisce la sua capacità di difesa in generale, soprattutto contro le cellule tumorali.
  • La funzione muscolare, fondamentale per i pazienti oncologici, viene meno poiché la malnutrizione fa bruciare il muscolo in assenza di grassi.
  • Midollo emopoietico: diminuisce la capacità del sangue di riprodursi; i globuli bianchi e rossi appaiono bassi non solo a causa delle terapie ma anche per la malnutrizione.
  • Apparato cardiovascolare: il cuore è un muscolo importante che deve supportare le terapie e con la malnutrizione si favorisce la diminuzione della gittata cardiaca, che porta a pompare meno sangue, ad abbassare la pressione arteriosa, a ridurre il consumo di ossigeno, a portare una bradicardia spiccata e a diminuire la capacità ventilatoria.
  • Apparato respiratorio: la malnutrizione favorisce la riduzione della frequenza respiratoria e la capacità ventilatoria, la diminuzione della massa muscolare del diaframma e degli altri muscoli respiratori.
  • Il sistema nervoso centrale reagisce alla malnutrizione con aumento di ansia, depressione, alterazione dei neuro-trasmettitori, favorendo l’isolamento sociale.
  • Apparato gastroenterico: paradossalmente con la malnutrizione il fegato si riempie di grasso, mentre diminuisce la motilità dei villi intestinali e il sistema immunitario locale.
  • Infine anche il sistema endocrino e metabolico viene danneggiato.

Va evidenziato che la malnutrizione nell’ambito oncologico è spesso sottovalutata e questo comporta maggiori complicazioni in termini di salute e di costi.

Per prevenire tutti questi rischi il paziente oncologico deve essere regolarmente pesato e sottoposto ad esami ematochimici che indichino la possibile malnutrizione attraverso l’analisi di tre semplici valori: l’esame dell’albumina, della pre-albumina e della transferrina.

Mentre la condizione muscolare si monitora attraverso uno strumento specifico: la dinamometria.

Cosa fare in caso di malnutrizione

Disponiamo di integratori calorico-proteici creati specificamente per dare rapidamente l’energia necessaria al paziente oncologico affetto da malnutrizione, in cui sono contenuti i nutrienti in piccoli volumi fatti appositamente per adattarsi alle problematiche individuali.

Permettono di fermare la perdita di peso, ne facilitano la ripresa e aiutano a mantenere i livelli di albumina in soglia. Oggi sono disponibili anche dei sistemi di farmaco-nutrizione per donne che stanno per sottoporsi ad intervento: integratori speciali di immuno nutrizione che mirano a potenziare le difese immunitarie.

E’ importante esserne informati perché uno dei nemici importanti di chi si ammala di tumore è proprio la cachessia neoplastica, la forma peggiore di malnutrizione che si accompagna ad infiammazioni. E il modo migliore per prevenire questo scenario è attuare una costante collaborazione tra oncologi e nutrizionisti a tutela del paziente già dalla prima diagnosi.

Si conta che su 100 pazienti oncologici deceduti, un quarto muoia a causa della malnutrizione, quindi il punto chiave è interrompere precocemente il circolo vizioso: tumore – malnutrizione, malnutrizione – aggravamento del tumore.

Una volta terminato il percorso oncologico, interviene poi la prevenzione terziaria in ambito nutrizionale. Se prima il problema era la perdita di peso, in questa fase la questione si inverte. E anche in questo caso il supporto del medico nutrizionista è fondamentale affinché venga consigliato un percorso specifico e individuale costruito appositamente per ogni persona.

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