Un intervento chirurgico di mastectomia determina alcuni problemi che possono insorgere sia dopo l’operazione che a distanza di tempo (mesi o anni).
Per quanto le tecniche chirurgiche siano sempre meno invasive e più raffinate, si può manifestare una limitazione funzionale dovuta allo stress tissutale dato dalla presenza del tumore prima e dalla ferita e al dolore postoperatorio poi.
La stasi linfatica ed ematica causa un gonfiore intorno alla ferita e al cavo ascellare che generalmente si attenua con il tempo, ma che va trattato con massaggio e ginnastica.
A seconda della tecnica chirurgica utilizzata, ci sono tempi e modi di recupero del movimento che deve essere quanto più possibile ampio e costante, sempre nel rispetto della sintomatologia dolorosa.
Dopo una valutazione e una adeguata istruzione da parte del fisioterapista, la paziente a domicilio potrà eseguire una mobilizzazione dapprima assistita e poi sempre più autonoma.
È inoltre importante che impari ad eseguire il massaggio della cicatrice e la mobilizzazione della protesi.
In fase post acuta si potrà passare ad attività in gruppo che hanno il duplice scopo di mantenere la mobilità fisica ed aiutare mentalmente a metabolizzare il vissuto.
Nella mia esperienza professionale come fisioterapista a Volontà di Vivere ho potuto letteralmente toccare con mano i benefici di una regolare e costante attività fisica nella gestione dell’edema.
Nell’ambito di un trattamento decongestivo combinato, le persone che frequentano i corsi di ginnastica dolce e/o yoga presentano una tangibile riduzione della stasi linfatica.
A conferma del benefico effetto dell’attività sportiva, sono sorti vari gruppi che, sotto il filo conduttore dell’intervento al seno, hanno inserito lo sport in un più ampio programma di recupero e di resilienza: Dragon boat, scherma e corsa.