Indubbiamente le attività terapeutiche come lo yoga possono integrare il trattamento medico contro il cancro.
Lo yoga aiuta ad attenuare la fatica e a migliorare la forza e la gamma di movimento, riduce lo stress, aiuta a dormire meglio, si traduce in una diminuzione della densità del grasso corporeo, e quindi aiuta a ridurre il rischio di recidiva del cancro e, insomma, innumerevoli sono i benefici dello yoga riportati da tutti quelli che mettono regolarmente in pratica lo sforzo di passare da una vita “impostata” a una vita consapevole.
Abbiamo riscontrato che, di conseguenza, torna più facile osservare in modo più nitido anche la sofferenza provata: il senso di integrità e di completezza progressivamente libera dal senso di colpevolezza o inadeguatezza.
I praticanti si connettono con il senso del rispetto, inteso come tutela della dignità della persona che sta facendo del proprio meglio per affrontare la propria malattia/vita – unica e irripetibile come la persona senza che si debba sentire un combattente, un eroe o una vittima e, quindi, un perdente se non ci si è “impegnati” abbastanza. S’impara ad amarsi e
rispettarsi per quello che si è e si lascia andare alla compassione per se stessi, una forma di amore non giudicante che ci aiuta ad entrare in connessione con la parte ferita e irriconoscibile di noi e ricongiungerla al resto.
Allora, da dove si comincia? Dedicando la consapevole attenzione al proprio respiro (sempre presente) nella realtà del qui ed ora… così inizia il ricongiungimento dell’Essere che è molto di più del mio corpo e la mia mente. Chi non ha familiarità con la pratica dello yoga dovrebbe parlare con il proprio medico circa i programmi che possono essere specifici per la propria condizione.
Un numero crescente di centri oncologici, come l’Associazione Volontà di Vivere, offre tali programmi di benessere e, gli istruttori di yoga, sono sempre più esperti nel lavorare con questi pazienti.