
Negli ultimi anni, grazie alle continue ricerche, l’immunoterapia in ambito oncologico si è affermata e diffusa, diventando la quarta strategia terapeutica. Essa comporta la scelta di agenti terapeutici che attivano il sistema immunitario per tenere sotto controllo o eliminare e distruggere le cellule tumorali. Attualmente in Italia nella maggior parte delle strutture oncologiche sono già disponibili trattamenti immunoterapici che talvolta vengono associati alle terapie tradizionali. Ma vediamo alcune curiosità insieme al professor Michele Maio, oncologo, direttore del centro di immuno-oncologia (CIO) e del Dipartimento Oncologico dell’AOU Senese.
Immunoterapia e tumore al seno
L’immunoterapia primariamente è stata sperimentata nella cura di tumori rari che non rispondevano alle terapie tradizionali. In un secondo momento è stata impiegata anche nel trattamento di alcuni sottogruppi di tumore alla mammella, come nel caso del tumore triplo negativo, che ha molte meno opzioni terapeutiche rispetto ad altre forme più sensibili alla terapia ormonale o agli anticorpi monoclonali. Questa pato-logia, seppur rara, si è dimostrato che biologicamente ha un elevato numero di mutazioni a livello del DNA.
Le caratteristiche molecolari della malattia sono estremamente importanti al fine di comprendere quali siano condivise fra tumori di diversa istologia. Questo ci consente di capire quale possa essere l’opzione terapeutica più adatta a quella determinata caratteristica molecolare anche trattandosi di tumori che colpiscono aree differenti. Fino a qualche anno fa pochissimi laboratori in Italia si occupavano di questo tipo di ricerca, mentre attualmente molte strutture a livello nazionale si sono attrezzate per poter effettuare un certo tipo di caratterizzazione molecolare.
Tumori trattati con immunoterapia
Tra i tumori in cui l’immunoterapia viene utilizzata maggiormente è necessario fare una distinzione tra trattamenti già affermati come terapie standard e trattamenti sperimentali.
Il trattamento immunoterapico si definisce standard quando le sperimentazioni cliniche ne hanno dimostrato il vantaggio rispetto ai trattamenti convenzionali sino ad allora disponibili e, dopo approvazione da parte della Agenzia Italiana del Farmaco, è diventato una opzione terapeutica che viene applicata per alcuni tumori della pelle (ad esempio il melanoma, il tumore squamoso), il tumore di Merkel, il cancro del polmone e il cancro del rene, inizialmente nella malattia avanzata. Per quanto riguarda invece le sperimentazioni cliniche, esse non avvengono ovunque, ma solo nelle cliniche predisposte e sono in genere mirate a specifiche patologie oncologiche. Tuttavia nell’ambito delle sperimentazioni eventualmente disponibili molti tipi di tumori possono essere trattati con l’immunoterapia, a patto che ciascun paziente specifico soddisfi determinati requisiti clinici o caratteristiche molecolari. Ad esempio, nei tumori della pelle si è iniziata la sperimentazione anche nella fase iniziale della malattia, ossia nei pazienti in cui è stato rimosso il tumore primitivo, senza alcuna diffusione locoregionale. Nel tempo questo tipo di sperimentazioni si estenderanno sicuramente a qualsiasi tipologia di tumore nei prossimi anni, anche a quello mammario.
Immunoterapia e cronicizzazione della malattia
La ricerca sperimentale sull’immunoterapia sta portando a progressi significativi sulla sopravvivenza dei pazienti. Per alcuni tipi di tumori metastatici, nei quali si aveva una percentuale di sopravvivenza del 25%, a distanza di un anno dalla diagnosi, i risultati sono stati ribaltati. Attualmente molti pazienti, infatti, sottoposti ad immunoterapia, hanno un aumento della sopravvivenza a 5 e anche di 10 anni di distanza, rispetto alle terapie convenzionali utilizzate in passato per quel tipo di malattia. Non dobbiamo necessariamente puntare alla scomparsa totale della malattia, ma alla sua cronicizzazione per permettere di proseguire la propria esistenza il più possibile nella normalità. La totale remissione è quanto di più auspicabile, tuttavia cronicizzare la malattia, aumentando la sopravvivenza con una buona qualità di vita, è un’alternativa importante alla guarigione clinica, che comunque si verifica già in moltissimi casi.
Come viene somministrata l’immunoterapia
L’immunoterapia non esiste in compresse e non può essere somministrata in un contesto domestico. Avviene solo in ospedale ma non è di norma necessario il ricovero. L’efficacia del trattamento può mantenersi in una significativa percentuale di pazienti anche qualora esso venisse interrotto per differenti motivazioni, e lo sappiamo in ragione dei numerosi dati raccolti in tal senso. I dati alla mano, infatti, dimostrano come la terapia possa continuare ad avere effetti benefici anche a seguito alla sospensione per effetti collaterali.
Immunoterapia ed effetti collaterali
La qualità della vita dei pazienti sottoposti al trattamento immunoterapico è migliorata molto poiché ora gli effetti indesiderati sono noti, soprattutto nel caso dei farmaci immunoterapici standard. Difatti, la diffusione dell’utilizzo di farmaci immunoterapici in tutte le oncologie d’Italia, ha fatto sì che gli oncologi diventassero sempre più informati sul tipo di effetti collaterali da aspettarsi a seguito della terapia, così da poterli gestire e tenerli sotto controllo nel modo più efficace.
Immunoterapia associata alla chemioterapia
In questi ultimi anni abbiamo imparato che l’associazione tra un trattamento immunoterapico e un trattamento chemioterapico può migliorare l’efficacia delle terapie utilizzate singolarmente, ad esempio nel tumore al polmone. Tuttavia, questo tipo di associazione può essere scelta solo ed esclusivamente quando i risultati delle relative sperimentazioni cliniche hanno dimostrato l’efficacia della combinazione.
Nuovi orizzonti dell’immunoterapia
Sono in corso numerose sperimentazioni cliniche internazionali e nazionali nel campo dell’immunoterapia. Oggi stiamo lavorando attivamente sul mesotelioma pleurico, un tumore molto aggressivo che deriva dall’esposizione all’amianto. E a breve dovrebbero essere disponibili dei farmaci immunoterapici che diventeranno il nuovo trattamento standard per questo tipo di tumore. Inoltre, ci stiamo focalizzando molto attentamente anche sullo sviluppo di strategie terapeutiche del cancro del polmone e del melanoma per quei pazienti in cui è fallito un primo trattamento immunoterapico. Altresì si sta continuando in maniera importante l’attività di ricerca e di sperimentazione anche, tra gli altri, nei tumori cerebrali primitivi e nel tumore alla prostata in fase avanzata.