Riabilitazione e creatività inclusiva per pazienti oncologici
La diagnosi di tumore, il percorso terapeutico e le conseguenze delle cure stesse comportano uno sconvolgimento emotivo nella persona, che viene a trovarsi in uno stato di vulnerabilità fisico e psicologico che è importante intercettare e trattare.
Il progetto “Mani che curano – riabilitazione e creatività inclusiva per pazienti oncologici”, finanziato dall’8xmille della Chiesa Valdese, nasce per supportare i pazienti oncologici durante il loro percorso di riabilitazione psicofisica e allo stesso tempo mette in relazione in un’ottica di inclusività due livelli diversi di fragilità: valorizzare la creatività sartoriale degli studenti, con bisogni educativi speciali e non, di un istituto professionale per la moda, mettendola a servizio delle donne che affrontano un percorso oncologico.
Con il progetto l’associazione sviluppa un sistema integrato di presa in carico e di cura dei pazienti oncologici per il benessere della persona, che si articola in: assistenza psicologica individuale e/o di gruppo, attività di riabilitazione fisica individuale e personalizzata mediante fisioterapia, attività riabilitativa di gruppo tramite ginnastica dolce e yoga che nel periodo primaverile potrà anche essere all’aperto.
Ma la particolarità di “Mani che curano” è il coinvolgimento dell’Istituto Professionale “E.U. Ruzza”, ed in particolare degli studenti con bisogni educativi speciali e non, dell’indirizzo moda. Sono infatti i ragazzi – coordinati dalle docenti di riferimento – a progettare e realizzare copricapi specifici a destinati alle donne che affrontano la delicata condizione della perdita dei capelli conseguente alla chemioterapia.
La cura dell’aspetto estetico, infatti, gioca un ruolo importante nella riabilitazione delle donne che nel percorso oncologico subiscono evidenti cambiamenti corporei e conseguenti ferite psicologiche, perché permette loro di sentirsi a proprio agio migliorandone così la propria autostima e qualità di vita.
Grazie al progetto, la temporanea disabilità dovuta alla malattia delle nostre utenti incontra la fragilità degli studenti coinvolti in un’azione che porta loro gratificazione e li rende protagonisti del benessere altrui.